I Sette Giorni di Regalia (estratto)

Saverio: Dov’è il Re?

Ottavio: Il Re in persona sta cavalcando per prender parte a questa battaglia, portando con sé i più nobili e fieri figli dell’Unico, ma non arriverà mai in tempo. [si avvicina a Ruggero] Cosa dicono gli occhi dell’armata?

Ruggero: Di uomini d’arme, essi soli schierano cinquemila dozzine.

Riccardo: Cinque contro uno... e loro sono tutti freschi. E’ una lotta impari, il nostro destino è segnato.

Ottavio: Oh, se avessimo solo anche diecimila di quei fasgaleani che ora se ne stanno in patria sfaccendati...

Delios Deyteros: Chi è mai che desidera questo? Mio cugino Ottavio? No, mio caro cugino. Se siam marchiati per la morte il nostro numero è già sufficiente; e se è desiderio dell’Unico che si viva, meno siamo e maggiore sarà la nostra parte di onore. In nome dell’Unico, ti prego, non desiderare un solo uomo di più! Piuttosto, cugino, fai proclamare a tutta la mia schiera che chi non ha lo stomaco per combattere sia lasciato tornare a casa; gli sia concessa la carta di via, e la borsa riempita di monete per il viaggio a mie spese. Noi non moriremo in compagnia di quell’uomo, né d’alcuno che abbia timore di giungere al cospetto dell’Unico! Questo giorno, si, questo giorno è conosciuto come la vigilia della festa del Santissimo Livonio. A chi tra di noi sopravviverà ai prossimi sette giorni e giungerà alla vecchiaia si gonfierà il petto nel sapere, ogni anno, d’essere alla vigilia di questo giorno fausto; ed andrà dai suoi vicini e dirà, “domani è la Festa del Santissimo Livonio”, poi mostrerà le cicatrici e dirà, “queste ferite le ho ricevute nei sette giorni del Santissimo Livonio”. I vecchi dimenticano, e molto dimenticherà chi sopravvivrà – ma ricorderà con orgoglio e devozione le gesta che avrà compiuto in questi sette giorni. Ed allora i nostri nomi, familiari come parole domestiche – Delios Deyteros, Ottavio Deyteros e Riccardo Themis, Ruggero Faylos e Saverio il Benevolo – saranno ricordati con affetto nel tintinnare dei calici. Ed ogni brav’uomo racconterà ai suoi figli dei sette giorni festivi del Santissimo Livonio, e le gesta compiute per l’Unico e per il Re non saranno mai dimenticate, fino alla Fine dei Tempi! E noi saremo ricordati con esse: noi pochi, noi felicemente pochi. Noi, banda di fratelli. Perché chi verserà il suo sangue con me in questi giorni sarà per sempre mio fratello, e per quanto umile il suo retaggio sarà per sempre elevato a paragone. Ed i nobili pasciuti a Fasgalea adesso avvolti in calde coperte si sentiranno maledetti per non essere qui, e si sentiranno menomati nella loro fede nel sentir parlare di chi combatterà e morirà, in questi sette giorni, per l’Unico e per il Re!