Decimo mese, 2013 E.T.

L’ elemento fasgaleano

Approssimandosi alla fine della salita che conduceva il Reparto del Destino alla fortezza sevrerese già si manifestava la straordinaria energia emanata da quei luoghi. Intimoriti ed attirati dalla tangibilità del potere sprigionato da ristrette aree del parco circostante i membri del Reparto sono giunti poco dopo mezzodì all’imponente ingresso della struttura, sigillato da una forza dimostratasi ad un primo esame praticamente inattaccabile. Tranne pochi esperti esploratori nessun altro aveva le capacità per introdursi all’interno, ove dei potenti geomanti non appartenenti alla Congrega si erano stabiliti e si dedicavano attività rivoltose. Al calar del sole e della temperatura non era ancora stato raggiunto nessun accordo con i detentori dell’avamposto, grazie anche alle bizzarre iniziative tingardiane, ed il portone non aveva ancora ceduto ma almeno aveva perso la capacità di rigenerarsi. A quel punto, dopo ore di tentativi falliti, si decideva di sferrare un massiccio attacco per forzare finalmente le porte: l’ineguagliabile potenza di fuoco dell’artiglieria sevrerese si abbatteva spietatamente sull’entrata, che rimaneva vistosamente danneggiata. Ciò nondimeno i frammenti residui indugiavano ostinatamente al loro posto, trattenuti in aria da un’invisibile barriera di energia che continuava ad impedire il passaggio. Fattasi ormai l’ora di cena si diradavano le speranze di poter raggiungere l’interno e rifocillarsi, ma i delegati fasgaleani non si arrendevano e continuavano a formulare ipotesi alla ricerca di una soluzione. Soluzione che è apparsa all’improvviso chiara al nobile Ireys Viridis, appena giunto con i compagni a potenziare la delegazione recentemente affidata al Tribuno Ancilla Marmor Viridis che sta ottenendo sinceri consensi per il lavoro svolto finora. L’imperscrutabile Nobile con estrema semplicità avanzò l’ipotesi che a quel punto si potesse in qualche modo sottrarre la rimanente energia che alimentava l’invisibile ostacolo per poi frantumare il restante materiale. Il geomante fasgaleano presente alzò lo sguardo improvvisamente acceso da una nuova speranza, raccolse eroicamente le energie per quell’ennesimo tentativo e avvicinandosi solitario e determinato alla barriera in pochi minuti riuscì ad infrangerla. Questo tallaran dall’imponente corporatura è conosciuto dai più con il nome di Quinto e la sua presenza è nota sin dalla prima missione della LXI Sezione del Reparto del Destino. Di indole schiva, come spesso coloro che sono dotati di queste arcane abilità, racconta nostalgicamente della sera in cui, molti anni orsono, in una dolce brezza colse l’invito a condividere il potere dell’aria. Da allora iniziò ad assecondare il vento, a conoscerlo, cercando negli anni di avvicinarsi sempre di più alla sua natura. Questa scelta di vita lo ha reso insolitamente differente anche nell’aspetto dalla più comune popolazione fasgaleana ma in quanto fedele dell’Unico condivide i solidi ideali sui quali si fonda il Benedetto Regno e come veterano di Fasgalea ha ottenuto nel tempo una fraterna intesa con i compagni d’arme e la fiducia delle autorità che si sono susseguite alla guida della delegazione. Comprensibilmente non ha confidato le sue personali impressioni in merito allo scontro in atto, ma il suo essenziale contributo ha fatto risaltare ancora una volta come ogni volontario fasgaleano possa essere elemento insostituibile del grande disegno divino che spinge tutti noi a rischiare le nostre vite in estrema difesa di ciò in cui crediamo.

Petna Dora