nono mese del 2012

Da Redattore Mar Ott 02, 2012 3:38 pm

I nostri ormai amici del Reparto del Destino, ancora una volta tornati a casa (quasi tutti) sulle loro gambe, ne han di storie da raccontare. E sappiamo che tanti di voi le vogliono leggere!

Eccovi accontentati dunque.

Ribadiamo che accetteremo ogni vostra replica, o commento sui diversi pezzi che saranno da noi inseriti nelle diverse edizioni del giornali. Tutti i commenti saranno pubblicati. O almeno quelli leggibili!

DT

Da Redattore Mar Ott 02, 2012 3:38 pm

Tutti uniti marciano, combattono e cadono, curati si rialzano e tornano a combattere.
Tutti uniti prestano cure ai feriti, corono per recuperare i corpi martoriati dei caduti, prestando soccorsi senza distinzione.
Tutti
sussurrano a bassa voce le invocazioni alle proprie divinità, per non
mancare di rispetto al compagno che al loro fianco combatte, tutti
rispettano tutti.
Tutti guardano il dolore di un padre che combatte
solo per riconquistare e proteggere la figlia che gli è stata tolta da
creature che non nascono e non muoiono, ma semplicemente esistono. Tutti
uniti guardano e condividono il dolore del padre.
Tutti guardano la
follia della madre resa rabbiosa dalla perdita del frutto del suo
grembo, ormai consapevole della gravità del suo gesto, colpevole del
destino che come un gorgo nero nella tempesta inghiotte il suo compagno e
sua figlia. Tutti uniti guardano la follia della madre, e ciò che essa
ha causato.
Tutti uniti senza distinzione di razza, nazione, fede e ceto sociale.

L'epilogo
potrebbe essere considerato una sconfitta, perché Valyria ora non vive
più, un abominio ha occupato il suo posto, un abominio creato da
creature che non nascono e non muoiono, ma semplicemente esistono. Come
loro anche lei non vive ne muore ma semplicemente esiste, e con lei è
stato trascinato in questo destino uno dei più valenti guerrieri di
Tingard, il Draken Vidar Folkung, che per il peso della colpa di non
averla saputa proteggere, si è legato per onore all'immagine deforme che
le creature che dimorano nell'isola ci hanno restituito.

Io
nego, però questa verità, e preferisco abbracciarne un'altra, chiamatela
menzogna se volete, che Merryl mi giudichi e mi maledica se lo ritiene
opportuno ma questo io testimonio.
Valyria è viva, e vivrà finché noi continueremo a urlare il suo nome come abbiamo fatto per due giorni e una notte.
Valyria
non è sconfitta dall'avverso destino e continuerà a combattere finché
noi combatteremo urlando il suo nome tutti uniti senza distinzione di
razza, nazione, fede e ceto sociale.
Ricordiamo questa meravigliosa
donna, che già infante è riuscita dove politica e diplomazia sembravano
aver fallito, unirci tutti.

NF

Da Redattore Gio Ott 04, 2012 7:37 am

L’ATTRIBUZIONE DELL’ISOLA MISTERIOSA
Ovvero del nuovo che avanza e degli uomini che fanno la storia

La misteriosa isola spuntata come d’incanto davanti la costa ittiana ha rappresentato una novità non solo dal punto di vista scientifico, ma soprattutto un unicum politico.
La presenza di un nuovo territorio ricco di potenzialità da sfruttare e slegato dalla normale giurisdizione territoriale ha spinto i regnanti delle cinque Nazioni ad affidare il compito dell’attribuzione dell’isola ai rappresentanti del Reparto del Destino.
Così, dopo un attracco periglioso e una notte piena di minaccia, il secondo giorno di missione ha visto i rappresentanti delle delegazioni affilare le proprie armi dialettiche invista della votazione prevista per la sera.
Le alleanze iniziali hanno visto l’ago della bilancia pendere vistosamente a favore della rivendicazione del rappresentante nimesiano, il nobile Stuart J.L. McMannon, supportato dai rappresentanti Rai Yasutora di Sevrera e dal Capitano Alatriste di Tingard; per contro, la rivendicazione del rappresentante fasgaleano, il nobile Stavros Nyarkos Viridis, appoggiatadal solo rappresentante sharo Firas “Fir.Ma.To.” Madani.
I giochi sembravano ormai fatti e la votazione solo una formalità, quando una serie inattesa di eventi ha cambiato in maniera eclatante le carte in tavola.
In primo luogo, il peso della recente intesa commerciale Fasgalea-Tingard e l’astio dei tingardiani per un cittadino nimesiano, reo di dichiararsi impunemente vata-sha, ha spinto Tingard a ritirare il
suo appoggio a Nimesia e a votare per Fasgalea, scelta storicamente inaudita e che ha, di fatto, consegnato l’isola al nobile Nyarkos Viridis.
In secondo luogo, il rappresentante sevrerese, paventando che l’attribuzione dell’isola a un nobile di una Nazione di fatto lontana avrebbe costituito un precedente per una nuova era di colonialismo tra le Nazioni, ha ritrattato l’appoggio promesso a Nimesia in nome dello status quo e dell’equilibrio internazionale.
Pertanto,Nimesia, vistasi sfumare la propria occasione, ha riformulato le proprie richieste in un più modesto seppur lungimirante accordo di studio scientifico e tecnologico.
Concludendo, resta sorprendente come e quali siano stati i repentini mutamenti di alleanze che hanno decretato l’attribuzione dell’isola, le cui motivazioni, non ne dubitiamo, susciteranno non pochi interrogativi nei tempi a venire.

PC

Da Redattore Ven Ott 05, 2012 8:35 am

L’ANALISI DI PIERRE

“Abbracciate il cambiamento” è stato senza dubbio il motto di quest’ultima missione del Reparto.
Non solo in quanto è stato l’ordine perentorio degli inquietanti automi senzienti ritrovati sulla misteriosa isola spuntata al largo della costa fasgaleana, ma anche perchè la missione ha visto il verificarsi di alleanze sorprendenti e inedite, vistosi ripensamenti tra i rappresentanti delle delegazioni, un abbozzo della tanto invocata riorganizzazione interna del Reparto, l’esplosione di inaspettate intolleranze religiose e l’altrettanto clamoroso assopimento di altre di ben più antica origine, per non parlare della tragica genesi di un drammatico connubio tra esseri umani e automi protei.

Un numero impressionante di accadimenti che ci sembra voler comunicare che il cambiamento, per quanto inatteso, temuto e osteggiato, sia un’eventualità ineluttibile.
Resta solo la rassegnazione? La risposta, cari lettori, è ovviamente: no.
Ma dove risiede la forza per resistere all’ondata di eventi che rischia di sommergerci come l’alta marea?
Cosa può insegnarci ad affrontare il cambiamento che si realizza davanti ai nostri occhi attoniti?
La mia risposta, cari lettori, è: nelle nostre differenze.
Nelle differenze che ci hanno diviso fino a ieri; nelle differenze che difendiamo con orgoglio e pervicacia; nelle differenze che, nonostante tutto, ci hanno insegnato a venirci incontro, a spiegarci, a sforzarci di capire e farci capire.
Le nostre peculiarità sono la scuola che ci può aiutare a affrontare il cambiamento, gestirlo e farlo nostro.
Non più subire il cambiamento: cambiare il cambiamento.
Sembra un gioco di parole, ma è la mia speranza concreta."

Da Redattore Ven Ott 05, 2012 4:52 pm

Pubblichiamo la replica di una lettrice a riguardo di una storia che è già stata raccontata ma NON da questo punto di vista: godetevela! DT

Vi dirò io com'è andata su quell'isola.
Il Reparto sapeva a cosa andava incontro, sapeva che non sarebbe stato semplice.
L'unica cosa che non sapeva era se sarebbe più tornato indietro.

Con queste premesse, come ha potuto anche solo pensare, una madre, di poter partorire in un luogo simile?
E come ha potuto un padre, un marito, permettere alla propria compagna di commettere un errore del genere?
Hanno messo in pericolo la figlia e gravato ulteriormente sulla situazione già difficile dell'intero Reparto.
No, Valyria non meritava di finire nelle mani di miseri abomini; ho combattuto affianco a suo padre, ho affrontato quegli esseri fino alla fine perchè quello era uno dei miei compiti, ma spero vivamente che Asi capisca se non provo compassione per i genitori e se non penserò che Valyria ha portato ad un cambiamento.
Abbiamo portato a termine il nostro compito e abbiamo cercato di portare a casa la pellaccia.
Ma abbiamo perso anche fidati compagni, giunti fin lì per aiutare e non per creare problemi.
Spero mi perdonerete se preferisco commemorare loro.

Nessuno ha osato, nemmeno quel viandante che va tanto a raccontare del "cambiamento" avvenuto nel Reparto, un sevrerese per giunta, nemmeno lui ha osato ricordare che Astarte Diego Tenno Ramon si è sacrificato per ridarci la libertà, affinchè ci lasciassero tornare a casa.
Nessuno ha ricordato come Lex Markale, anche lui finito sotto le grinfie di questi esseri, sia morto lì, sotto i nostri occhi.
Nessuno ha raccontato del povero Alicante perito nel tentativo di soccorrerci.
Questi sono gli uomini che dobbiamo ricordare e commemorare, per loro dobbiamo cambiare e per nessun altro.

Distinti saluti,
Ana Luz

Da Redattore Dom Ott 07, 2012 8:15 am

.....alcuni di essi sono pacifici e tranquilli esseri, votati alla conoscenza e allo studio ma altri possono essere aggressivi. Usano i frammenti di volta onirica per viaggiare tra essa e la nostra volta. Se non volete visite inattese appena trovate un frammento che corrisponde a questa descrizione non toccatelo assolutamente, potrebbe farvi cadere in un sonno.
Forse anche un sonno senza risveglio! Suggeriamo però di non distruggerlo, non conosciamo ancora abbastanza le proprietà di questo materiale quindi non sappiamo bene cosa provoca la sua distruzione. A volte non è successo niente ma a volte sono esplosi distruggendo l’anima di chi era intorno ad essi!
Chiamate quindi le autorità oppure un membro del Reparto del Destino se lo conoscete, i nostri eroi sanno perfettamente come neutralizzarli.
Un’ultima curiosità legata a questi frammenti. Essi oramai appaiono ovunque si rechi il Reparto, che ciò sia sempre legato alla venuta di Suono Lugos e di Tazin ? Oramai abbiamo pochi dubbi a riguardo. Sembra che però la presenza di questi frammenti precipitati dalla volta onirica segnino il percorso del Reparto.
Vi chiedo quindi cari lettori di segnalarmi se trovate frammenti di volta onirica per tracciare una possibile mappa dei ritrovamenti.
Aiutate l’opera del Reparto. Aiutateci a risolvere questo mistero.

S.

Da Redattore Lun Ott 08, 2012 7:41 am

RIORGANIZZAZIONE NEL REPARTO DEL DESTINO
Reazioni e risposte al graffiante articolo apparso un mese fa sul NFG

Alcune settimane fa, un articolo pubblicato su queste pagine dipingeva a tinte particolarmente fosche il corpo militare internazionale più famoso del continente, quel Reparto del Destino di cui ormai nessun cittadino delle Cinque Nazioni sembra poter ignorare vizi e virtù.
Ma cosa diceva l’articolo e cosa si rimproverava al RdD?
In breve, pur riconoscendo i grandi poteri del Reparto, se ne lamentava la frammentazione interna, a causa della quale sarebbe stato sprecato del tempo prezioso rincorrendo interessi particolaristici piuttosto che il bene comune; inoltre, la lentezza decisionale dei vertici avrebbe ingessato tutta la struttura dell’istituzione, rallentando sia la circolazione delle informazioni, sia la stessa efficacia bellica del Reparto. Infine, l’articolo si concludeva con una sfida: sarebbe stato possibile riorganizzare ilReparto in modo da unirne i vari componenti in base alla funzione svolta in missione, piuttosto che sulla nazionalità, reputata causa di sospetto o addirittura di palese
inimicizia?
Durante l’ultima missione abbiamo chiesto a rappresentanti e membri eminenti del Reparto di esprimere il proprio parere su questo argomento: le risposte ottenute sono state sorprendentemente sulla medesima linea.
Sintetizzando, la necessità di dare tempi consoni alla diplomazia tra delegazioni rispecchia il desiderio di tutte le Nazioni di ascoltare ogni parere e di evitare qualsivoglia fraintendimento che potrebbe insorgere per una trattazione frettolosa delle questioni affrontate durante le missioni, al fine di promuovere la serena collaborazione delle parti al di fuori di qualsiasi pregiudizio o sospetto.
Inoltre, la scelta del nuovo Mediatore all’interno del Reparto prosegue sulla strada di snellimento del processo decisionale e autonomia del concilio dei rappresentanti.
D’altra parte, è stata riconosciuta la necessità di rendere più efficaci l’attività di raccolta informazioni e il coordinamento della sicurezza del Reparto; pertanto, è intendimento del concilio dei rappresentanti procedere in tempi brevi alla nomina di un responsabile dell’intelligence e di un responsabile militare, i quali si occuperanno della gestione delle relative aree d’interesse rispondendo direttamente al concilio dei rappresentanti.
Rimane controversa, invece, la proposta di creare un’autorità comune riguardante gli aspetti misterici o esoterici incontrati durante le missioni, in quanto tali questioni sono affrontate in maniere molto differenti da Nazione a Nazione, rendendo pertanto molto difficile la definizione di una linea di condotta unitaria.
Prendendo atto di queste interessantissime novità, non ci resta che aspettare con trepidazione i nomi dei fortunati che avranno l’onere e l’onore di migliorare l’efficacia del Reparto del Destino, ai
cui rappresentanti e membri tutti va il nostro augurio di buon lavoro.

Si ringraziano per la collaborazione alla stesura dell’articolo: il Logista della delegazione Nimesiana Sua Signoria Nobile Stuart J.L. McMannon, Sua Signoria Nobile Nothri Folkung di Tingard, il Malik della delegazione Shara Firas Ma.To. Madani, l'Alcalde della delegazione Sevrerese Rai Yasutora, l'Holdir della delegazione Tingardiana Capitano Alatriste.

PC

Da Redattore Mar Ott 09, 2012 8:02 am

....Il terzo giorno fu un susseguirsi di attacchi, di tentativi di disinnesco dei meccanismi di difesa, e di altri tentativi per il recupero di quel simbolo di unione che rappresentò Valyria.

Molti furono vani, alcuni ebbero successo, ma non ci fu nulla da fare, la bambina restò nelle mani del Prime ( il capo costruttore dell’isola protea).

Quest’ultimo diede un ultimatum al Reparto, abbandonare l’isola per sempre, o abbracciare la loro causa, diventando parte delle schiere protee. Ad alcuni rappresentanti fu permesso avere un colloquio con egli, per provare ad avere altre possibilità per cui contrattare, ma fu una trappola.

Solo grazie al sacrificio del nobile sevrerese Diego Astarte gli altri delegati ebbero la possibilità di uscire vivi dal posto delegato a loro tomba. Non ancora sazio delle ferite inferte sia nel corpo che nell’animo, il Prime mandò le sue truppe ad attaccare il Reparto, e nel mentre si assistette alla dolorosa scena di Valyria ( cresciuta geneticamente grazie alla tecnologia avanzata) diventare parte integrante delle fila protee.

Il Prime fu sconfitto, le barriere dissolte, e il Reparto poté tornare , ma questa fu solo una vittoria apparente.

Accaddero, purtroppo, molti lutti durante la missione.

Il primo fu la tragica scomparsa sulla spiaggia dell’isola del capitano Alicante Martinez, colui che comandava la nave maestra , successivamente vi furono anche altri morti come il prode esploratore tingardiano che aiutò il Reparto durante la missione, il nobile Don Diego Astarte che si immolò per la salvezza del Reparto unendosi alle schiere protee, ed il nobile tingardiano che tentò di salvare la piccola Valyria .

Non per ultimo, il signor Lex perì durante l’ultima battaglia.

Tra guerre, scoperte, dissapori e nuovi sentimenti, il contrasto regna sovrano.

Sorge dunque spontaneo chiedersi : Qual è l’obbiettivo più caro a ciascuno ?

Ma forse la reale domanda da porsi è: Cosa sei disposto a sacrificare per raggiungerlo ?

Eco

Da Redattore Mer Ott 10, 2012 10:11 am

L'ISOLA CHE NON C' ERA

L'aria umida e salmastra si appiccica alla pelle, i gabbiani gridano sopra alla nave, tra poco avremo di nuovola terra sotto ai piedi.
All'orizzonte si distinguono i profili degli alberi dell'isola, alti e maestosi, la tranquillità mi porta a
perdermi nei pensieri… questi alberi hanno ricevuto aria e luce per anni, eppure quest'isola non è mai stata notata nemmeno dai pescatori di Fasgalea… Era forse nascosta tramite un incantesimo? e perché mai?

Un rumore improvviso assordante di una gran quantità d'acqua sospinta con forza verso l'alto…
con orrore vedo degli enormi tentacoli di metallo abbattersi con violenza verso le navi e poi risalire lentamente, si incurvano, colpiscono, si snodano…siamo sotto attacco!
Il capitano urla sopra al frastuono i suoi ordini che vengono prontamente eseguiti, la nave viene lanciata in aria, vira bruscamente, si inclina, quasi resta sommersa dal muro d'acqua sollevato da quelle armi mostruose, ed infine urta contro qualcosa…Terra!

Rapidamente scendiamo sulla sabbia molle e ci incamminiamo verso un sentiero quando… un'ombra si allunga, troppo velocemente, sopra alle nostre teste, uno dei tentacoli colpisce anche verso l'interno!

Ci lanciamo in una corsa precipitosa e faticosissima perché l'unica via è in salita, uno schianto secco alle mie spalle solleva spruzzi di sabbia,poi l'ombra si allontana, lentamente. Esausti e senza fiato ci portiamo fuori dal raggio dell'arma-tentacolo.
Raggiungiamo uno spiazzo sul quale è stato costruito un edificio in stile proteo, davanti all'ingresso principale hanno collocato due torrette in metallo dorato che sparano a distanza, senza che nessuno le carichi o le attivi...

AS

Da Redattore Gio Ott 11, 2012 8:48 am

Attendiamo da voi amici e lettori commenti sui pezzi pubblicati. Sono di vostro gradimento? Spediterci complimenti ma soprattuto critiche, così ci aiuterete a crescere meglio e velocemente!

Inoltre siamo aperti a nuove proposte per aprire sul giornale nuovi spazi e nuove rubriche. Aspettiamo le vostre meravigliose idee!

Cerchiamo anche: nuove storielle e barzellette per la rubrica "Le barzellette di Steve", e idee e ricette tipiche della vostra casa e della vostra nazione per una futura rubrica di cucina.

DT

Da Redattore Mar Ott 16, 2012 3:24 pm

....Il reparto non voleva concedersi altre perdite e allo stesso tempo tenne tenacemente testa all’orda di aggressori che senza tregua continuava ad avanzare. Furono lanciati globi, svuotati caricatori, smussate lame. Gli fu dato quanto chiedevano: eroico contrasto.
Con le difese marine ormai abbassate e il sacrificio di valorosi membri del Reparto il gruppo riuscì a raggiungere nuovamente la nave e ripartire per le coste del Continente.
La bambina, misteriosamente adulta, comparve per un breve momento dicendo che sarebbe rimasta sull’isola.
Le perdite del Reparto sono state molteplici, come i cuori infranti da esse, ma tutti sanno che nulla è concluso.
Considerate questo resoconto come il capitolo di una storia che vede un gruppo di eroi unito nello
spirito e negli intenti.
Un gruppo di eroi che non accetta la sconfitta.

(pezzo non firmato)

Da Redattore Gio Ott 18, 2012 2:25 pm

EMOZIONANTI SCOPERTE DALL'ISOLA MISTERIOSA
di Marie Curie

Da un punto di vista prettamente scientifico, l’ultima missione del Reparto del Destino si è
rivelata quanto mai fruttuosa. Sono state infatti ritrovate diverse nuove componenti di cui ancora non si era sentito parlare; queste, lavorate, si sono rivelate preziose per creare composti innovativi.
Ma cominciamo dall’inizio: nella stuttura protea che è stata rinvenuta, oltre a tutte le componenti meccaniche che era lecito aspettarsi, sono state scoperte anche due strutture altrettanto interessanti; abbiamo potuto visitare un laboratorio alchemico, ma questo non ci ha sorpreso più di tanto: già in passato presso Karnak se ne era ritrovato uno. E’ naturale dedurre che simili impianti siano comuni nei luoghi dell’antica civiltà protea. Un rittrovamento invece del tutto nuovo è stato quello della serra: uno spazio verde adibito probabilmente alla coltivazione di specie vegetali; diciamo probabilmente poiché, come sempre succede ai luoghi rimasti intoccati da anni, si trattava di strutture in rovina.
All’interno però degli spazi verdi rimasti sono state ritrovate alcune piante ed erbe di notevole interesse scientifico.
Un dettaglio sicuramente curioso, che ha infatti attirato l’attenzione dei più, è stato che in una pianta era innestata una vena di Oricalcum. La vena è sembrata a tutti gli effetti essere stata
posta in quel luogo successivamente, piuttosto che essersi sviluppata spontaneamente; l’Oricalcum estratto è tuttavia risultato essere inerte. Questo tuttavia porta alcuni interessanti interrogativi, ad esempio: è possibile far sviluppare l’Oricalcum artificialmente, coltivandolo come una comune pianta da appartamento? Evidentemente sì, anche se si suppone che abbia delle difficoltà e peculiarità di coltivazione notevoli, tanto è vero che, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non siamo in grado di farlo; ma, se è stato fatto una volta, certamente sarà possibile riprodurre l’esperimento – cosa senz’altro interessante specialmente alla luce del recente inattivarsi di alcune vene note di Oricalcum.
Un altro albero della serra ha dimostrato caratteristiche native curiose: intaccandone la corteccia ha secreto una sostanza appiccicosa e densa che riteniamo sia possibile lavorare per
ottenere un nuovo tipo di materiale lavorabile, al pari del metallo o della creta, solo più malleabile e con maggiori doti di elasticità. Quali potranno essere le applicazioni pratiche di un simile materiale ancora non ci è noto, ma sicuramente verrà fatta un’ampia sperimentazione per scoprirlo.
Alcune delle erbe e polveri che sono state raccolte sparse nella serra, infine, si sono rivelate
ingredienti innovativi per olii ed altri composti. Il tempo e i materiali per tentare esperimenti
sono stati di certo esigui rispetto alla possibile portata delle implicazioni, tuttavia già da una
prima sperimentazione presso il laboratorio di cui sopra si è dimostrata foriera di numerose nuove applicazioni pratiche.
In particolare merita menzione una piccoa erba, all’apparenza banale, che inserita come
ingrediente effettivo in un olio ne ha rivelato la capacità di alleviare le ferite non fisiche,
stabilizzandole per un periodo sufficiente. Chi combatte o chi compie rituali ben sa quanto sia
pericoloso venire ferito nella mente: con questo olio si può, almeno, allungare il tempo utile a
trovare una cura. E chissà, forse trovando altri metodi di applicazione, altre ricette, insomma
sperimentando, chissà appunto che questa piccola erba non possa rivelarsi capace di guarire persino questa locazione così insidiosa.
Il laboratorio stesso, in ogni caso, si è rivelato una notevole scoperta: al suo interno sono stati ritrovati strumenti davvero degni di nota, che speriamo i nostri artefici saranno in grado di
riprodurre – purtroppo non è stato possibile portarli via dal luogo cui appartenenvano. Gli strumenti protei, siano essi meccanici o alchemici, si rivelano come sempre all’avanguardia, un’avanguardia che speriamo un giorno di poter raggiungere e, perché no, superare.
Naturalmente da grandi poteri derivano grandi responsabilità: quanto viene utilizzato – sia esso un’erba, un composto, un pannello di controllo o un laboratorio – va senz’altro usato con le
maggiori cautele possibili, dalle persone maggiormente preparate per maneggiare quanto è in ballo.
Poiché in questi avamposti protei, isolati per un tempo immemorabile, i pericoli sono sempre dietro l’angolo; siano essi macchinari complessi e senzienti che attaccano con cognizione di causa (la loro), o subdoli virus che aleggiano dimenticati in camere sigillate.

Da Redattore Gio Ott 18, 2012 2:33 pm

IL CENTRO DI COMANDO PROTEO
l cuore pulsante dell’impianto sull’isola

Come ogni organismo che si rispetti, anche l’impianto proteo dispone di un
cervello, seppur artificiale. Un luogo in cui risiedono le informazioni
sullo stato delle varie propaggini della struttura, nonchè le
registrazioni delle azioni ivi compiute fin dagli albori dei tempi, e da
cui si possono manovrare le strabilianti apparecchiature belliche
dell’isola.
Un luogo dissimile da ogni altro visitato in precedenza,
accessibile solo attraverso delle strane porte meccaniche che sembrano
connettere luoghi distanti anche centinaia di metri senza soluzione di
continuità.
Ai nostri occhi stupefatti si rivelò essere un locale
arioso, cinto da alte pareti metalliche, la cui sommità si perdeva nel
buio; luci intermittenti di origine sconosciuta balenavano nella
penombra della stanza, mentre suoni incomprensibili echeggiavano da
altoparlanti invisibili.
La stanza era praticamente vuota, tranne che
per tre basse colonne di metallo, con simboli incisi sulla base e
strette feritoie sulla sommità. Scoprimmo che quelle feritoie erano in
realtà vani per l’immissione di strane tessere metalliche perforate, il
cui ordine di inserimento permetteva l’esecuzione delle varie operazioni
del centro di comando. Una voce metallica e aliena descriveva
l’operazione in corso e il risultato ottenuto, mentre nell’isola porte
si aprivano oppure si abbassavano le difese marine.
Va reso merito al sagace intelletto dei membri del Reparto per aver risolto l’enigma
delle schede in tempi record, dato che già la sera del primo giorno di
missione erano in grado di interrogare la memoria del centro di comando e
interagire coi suoi meccanismi. Tanta scaltrezza non tardò ad attirare
l’attenzione degli automi dell’impianto, che vollero scoprire chi li
aveva svegliati dopo un sonno che durava secoli.

PC

Da Redattore Gio Ott 18, 2012 2:53 pm

Dal punto di vista militare gli scontri sono stati quanto mai pesanti.
Si è affrontato due tipologie di combattenti presso l'isola.

Abbracciati dal Cambiamento: Creature di origine sconosciuta sono probabilmente il risultato dell'impiego di un processo di trasformazione tecnologica massiccia operata dall'entità Unimente su membri di varie razze.
All'aspetto si presentato come esseri antropomorfi ricoperti integralmente di armature e manufatti tecnologici, di vario genere parte integrale dei loro stessi corpi. Nell'aspetto ricordano alcuni automi di fattura Protea con cui siamo entrati in contatto nel corso delle missioni del Reparto del Destino. Il potenziale combattivo di questi esseri è notevole, sono necessari diversi guerrieri per avere la meglio di uno solo di essi, e alcuni sono in grado di resistere a colpi portati
con armi da taglio e da botta, e dotati di equipaggiamento in grado di renderli resistenti a vari tipi di attacchi in maniera simile all’addestramento avanzato di Guerrieri e Zeloti. Inoltre alcuni Zeloti e Geomanti hanno percepito chiaramente la sottrazione delle loro capacità magiche in seguito ai colpi portato da alcuni degli Abbracciati come nel caso di alcuni poteri legati alla sfera verde.
Sono anche dotati di armi da fuoco di tecnologia avanzata, di estrema precisione che permette con pochi colpi di abbattere guerrieri in armatura, presumibilmente di una potenza tale da infrangere gli scudi con un singolo colpo.
Tra questi esseri è presenti uno che funge da rappresentante sul campo dell'Unimente, che svolge funzioni simili a un Capo per gli altri Abbracciati dal Cambiamento, denominato “Prime”.
Tale individuo si occupa di mantenere in efficienza l'isola e controllare la produzione di armi e della loro attivazione, e di attivare e disattivare tutte le armi e le difese dell'isola. Il Prime della stazione su cui si è svolta la missione è stato distrutto nell'ultimo scontro che ha determinato la ritirata del Reparto del Destino; la distruzione del suddetto Prime ha scatenato una reazione a
catena di natura sconosciuta che ha portato alla distruzione di tutti i manufatti presenti in un'area di circa 5 metri attorno al Prime.

UmaniContaminati: Queste creature sono probabilmente parte dei cittadini della Confederazione scomparsi nei mesi successivi all'apparizione dell'isola catturati dagli Abbracciati, e sottoposti a un processo di trasformazione parziale che ne lede le capacità cognitive e decisionali,rendendoli simili a dei morti rianimati. Sono avversari più facili da affrontare degli Abbracciati, ma comunque pericolosi, giacché sono fortemente potenziati dalle trasformazioni che subiscono.
Si può teorizzare che questi individui siano semplicemente uno stadio iniziale di una trasformazione più ampia che porta alla fine alla produzione di un Abbracciato del Cambiamento.

Personalmente penso che avversari del genere siano tra quelli più pericolosi fino ad ora incontrati
perché uniscono a una notevole capacità bellica, anche un livello d’intelligenza notevole, e una chiara capacità di sviluppare delle strategie a lungo termine, e delle tattiche complesse, infatti, nello scontro finale che ha preceduto il ritiro forzato del Reparto del destino dall’isola si è anche scoperto che in alcuni membri del Reparto catturati la sera dello sbarco presso l’isola, erano stati innestati deisistemi di controllo mentale che sono stati attivati a comando del Prime nel momento più opportuno.
Nella prossima missione sarà comunque importante tenere conto anche della letalità dei seguaci di Souno Lugos, che hanno dimostrato di essere in grado di avvicinarsi in forma non visibile per colpire poi direttamente l'anima delle vittime, e rapidamente scomparire per sfuggire alla reazione degli armati, o comunque essere in grado di colpire con pugnali con una forza tale da
eguagliare i colpi portati da armi a due mani da chi possieda fisico allenato per farlo.
A questo va inoltre aggiunto il fatto che dei seguaci di Souno Lugos sono inoltre in grado di ricorrere a magia divina di livello avanzato.

così testimonio, in fede Northri Folkung

Da Redattore Gio Ott 18, 2012 3:03 pm

E' passato qualche altro mese ed un'altra missione del Reparto del Destino è arrivata alla sua fine.
Quanta acqua è passata sotto i ponti, e quanta ancora ne passerà. Eppure forse stavolta qualcosa, o almeno qualcosina pare essere cambiato. Sottolineo però il "pare", non vorrei lasciarmi andare a facili e prematuri entusiasmi, sono troppo vecchio per caderci di nuovo. Ma andiamo per ordine.

Un'isoletta solitaria spunta dal nulla vicino a Fasgalea.
Tutti i tentativi di capirci qualcosa magicamente falliscono. Chissà cosa sarà mai!
Ecco che come in un copione ben collaudato di una commedia da osteria viene mandato il Reparto del Destino. La missione ufficiale: investigare l'isola da cui nessuno torna indietro. La
missione ufficiosa, neanche a dirlo: prendere possesso dell'isola o almeno delle sue ricchezze o del suo porto o delle sue tecnologie o di quel che il sovrano - nobile - riccone di turno ritiene possa essere più utile alla propria nazione. Niente di nuovo sotto il sole.

Il Reparto arriva, ampiamente impreparato ad affrontare una minaccia ben organizzata - ahimè, è brutto essere profeta di sventure quando queste puntualmente si avverano - e si trova spiaggiato come una misera balena,impossibilitato a ritirarsi ed al contrario impegnato in sterili
dispute senza notare che si è in balia di un nemico più forte.
Ragionateci con me: si arriva su di un'isola piena di forze ostili, in realtà civili e soldati fasgaleani che forse si potrebbero recuperare, forse si potrebbero curare, ma si pensa a curarli? A stabilire una linea comune contro questo fantomatico Prime? A capire cosa diamine voglia questo coso metallico che sembra aver conosciuto direttamente Emetel?
No, si decide chi puo' costruire un porto ed a chi vadano le miniere e chi può dichiarare proprio questo territorio ed a chi andranno le spoglie tecnologiche del nemico battuto e sconfitto... ridicolo a dir poco!
Ed ovviamente già la prima sera un nutrito numero di guerrieri vengono tranquillamente rapiti e portati via. E pochi sono quelli che fanno qualcosa per impedirlo, ancor meno quelli che cercano di salvarli.

E di male in peggio, malattie sconosciute iniziano a colpire il reparto ed i gran capi non organizzano i medici, sono i medici che si devono improvvisare e mettendosi d'accordo cercano - vanamente - una cura. Ed alla fine non si trovano cure ed i malati rimangono malati. Entra nel
Reparto del Destino dicevano, girerai il continente, incontrerai gente
interessante. Vuota retorica?

Eppure da un'idiozia è nato qualcosa. Una donna tingardiana di cui per rispetto taccio il nome ha avuto la brillante idea di venire a partorire in prima linea. In mezzo alla battaglia. Su di un'isola da cui nessuno è tornato indietro. Con forze soverchiate numericamente.
Poteva piantarsi una picca nel torace e risparmiarsi il mal di mare.
E su di un tappeto polveroso ha partorito una bambina.
Che ovviamente è stata rapita dai nostri nemici. Poteva andarle peggio credo. Ma non è questo il punto, il punto è che il Reparto tutto ha reagito in maniera coesa! Da non credersi!

Hanno avuto la bella idea di mandare un gruppo d'esplorazione, organizzato male e dai risultati disastrosi - ho avuto notizie che è stata l'esplorazione più veloce nell'ultimo secolo, appena hanno visto il nemico sono fuggiti con la coda fra le gambe - ma almeno l'idea ce l'hanno avuta e sono riusciti ad organizzarsi in meno di una giornata!
E dopo l'accurata esplorazione i rappresentanti del Reparto hanno deciso di affrontare il nemico tutti assieme, per recuperare la bambina!
Opinabile come scelta, non lo posso negare, ma almeno si sono mossi in fretta ed in un'unica direzione. Possibile che il nuovo mediatore sia il motore di questi avvenimenti o forse si limita a farne parte? Questo è troppo presto per dirlo, tuttavia ci auguriamo che le sue azioni ed il suo modo di agire possano spingere il Reparto fuori da un'immobilità troppo pericolosa, troppo controproducente.

Certo, il Reparto in quest'occasione ha fallito, ma ha mostrato delle potenzialità, delle potenzialità che se correttamente espresse potrebbero veramente trasformarlo in qualcosa di molto valido.

Ho visto un fremito nel verme, possibile che stia per diventare una crisalide?

E mentre scrivevo queste parole lo sguardo mi cade su di un'articolo, in cui si sottolinea che, cito testualmente: "la necessità di dare tempi consoni alla diplomazia tra delegazioni rispecchia il
desiderio di tutte le Nazioni di ascoltare ogni parere e di evitare qualsivoglia fraintendimento che potrebbe insorgere per una trattazione frettolosa delle questioni affrontate durante le missioni, al fine di promuovere la serena collaborazione delle parti al di fuori di qualsiasi
pregiudizio o sospetto."

Ho riletto più volte queste parole, prima con curiosità, successivamente con un misto di incredulità e di stupore. Non credevo ci fossero persone così buoniste e prive di malizia nel Reparto. Evidentemente mi devo ricredere. Quelle parole possono riferirsi ad un congresso di politici grassi che, seduti attorno ad un tavolo, farneticano per ore su polverosi trattati, non certo ad un reparto militare, le cui azioni devono essere rapide, incisive, decise e determinate!

Permettetemi di riscrivere la frase del nostro cronachista ma dal mio punto di vista, forse un pò più cinico ma credo più vicino alla verità dei fatti: "la necessità di dare lunghi tempi alla diplomazia tra delegazioni rispecchia il desiderio di ognuna delle Nazioni di ottenere il massimo vantaggio per sè stessa al minimo prezzo e di evitare qualsivoglia ostacolo che potrebbe insorgere per una trattazione frettolosa delle questioni affrontate durante le missioni, al fine di raggiungere ogni obbiettivo esclusivo di ogni singola fazioneanche a scapito del bene comune."

Solo avendo la consapevolezza che questa è l'essenza stessa del Reparto del Destino si può superare lo stallo decisionale che tuttora attanaglia l'organo gestionale del Reparto.

Toglietevi gli occhiali rosa ragazzi, e guardate negli occhi quel che state facendo: nascondervi sotto il cuscino non vi aiuterà!

Lyfr Du

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