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UN INCONTRO CASUALE

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Messaggio Da MANUEL Mer Lug 06, 2011 9:41 am

La figura si muoveva di soppiatto per il villaggio, non più bambina, ma ancora troppo acerba per definirla donna. Si muoveva come se cercasse di non farsi vedere da anima viva. Precauzione inutile dato che tutto il villaggio era alla celebrazione funebre che si teneva alla casa comune.
Si sarebbe presa una sonora strigliata per questa sua scappatella, ma l'ennesimo funerale, dell'ennesimo lontano parente di cui non aveva mai sentito parlare, quel giorno non lo voleva subire. Ultimamente era diventato difficile seguire quelle formalità, sapeva che lo Skidhs del villaggio aveva aveva un solo figlio maschio, ed ultimamente non amava molto avere a che fare coi maschi; o finiva ad avere a che fare con bambini petulanti, o a ragazzetti troppo cresciuti nel corpo, ma per niente di cervello che la escludevano dai loro "discorsi da grandi".
Mentre cercava un posto dove nascondersi per aspettare con calma che la cerimonia finisse, la ragazza vide uscire da una casa ai margini del villaggio una figura alquanto strana; teneva una grossa cassa tra le braccia, e con fare un po goffo coperta da un pesante pastrano con cappuccio molto più grande di lui, si dirigeva verso l'esterno del villaggio. Un po incuriosita si chiese come mai ci fosse qualcuno in giro per il villaggio, visto che il defunto era uno dei parenti stretti dello Skidhs, era doveroso partecipare alla cerimonia. Con fare sospettoso inizio a seguirlo; una ragazza normale avrebbe desistito per prudenza, ma il sangue che le scorreva nelle vene non era il sangue di chi è prudente.
La figura si inoltrò nell'ampia foresta che circondava il villaggio ed inizio a muoversi tra un albero e l'altro, ed il sottobosco, come un uomo si muove in casa propria. O girava per quei boschi da tempo, od Asi doveva avergli donato un'alta affinità con la natura. La ragazza in maniera impacciata seguiva a distanza la figura, attenta che il suo vestito od i suoi lunghi capelli rossi non si impigliassero nella vegetazione. Poi ad un certo punto la perse di vista; presa alla sprovvista, rispose per una seconda volta al richiamo del suo sangue, inizio istintivamente a procedere con passo più spedito, incurante della vegetazione, per sbucare in una radura in mezzo al bosco, in cui alcuni piccoli alberelli di quercia timidamente cercavano il loro spazio per diventare un giorno imponenti, all'ombra di una quercia più grande e vecchia, saldamente piantata al centro della radura.
La ragazza notò che la cassa portata dalla figura era stata abbandonata poco distante dalla quercia più grande. Data un'occhiata in giro, curiosa si avvicinò per esaminarne il contenuto, all'interno erano riposti vari attrezzi da lavoro agricolo, ed una piantina di quercia.
Mentre osservava il tutto si senti afferrare di sorpresa da di dietro; due braccia robuste la serrarono; lei istintivamente fece quello che le parve più naturale, affondo i denti nel braccio più vicino alla bocca, e morse con tutta la sua forza. In risposta il suo assalitore pur tendendo la presa salda col braccio in cui lei aveva affondato i denti, inizio ad accarezzargli dolcemente la testa, con la mano libera, ed a sussurrargli con voce calma "Non temete, nessun maschio tingardiano degno di questo nome si permetterebbe di ferire una fanciulla che porta i colori di una delle tre famiglie: Scusate i modi, ma solo ora che vi tengo stretta riconosco l'azzurro dei Folkung, e l'abbigliamento consono ad una ragazza di buona famiglia", e detto ciò accarezzo la folta e ricca pelliccia che adornava il mantello della ragazza, per poi continuare "E vi sarei grato se mi restituisse il braccio, a parte che ci sono affezionato, sapete c'è lo da un po di anni, mi servirebbe per un lavoro". La ragazza lascio andare il braccio del suo interlocutore, più perché incapace di trattenere il riso che l'ultima frase gli aveva suscitato, che per esaudire la richiesta in se.
Fatto ciò si girò a guardare la figura, e si trovò di fronte un ragazzo un po più grande di lei; il volto era ancora imberbe, e mancava di quelle cicatrici che indicano che un tingardiano è diventato adulto a tutti gli effetti. La ragazza gli si rivolse con fare serio "Bhe solo un tingardiano rispettabile, potrebbe fare dell'umorismo in una situazione del genere; comunque non sono ancora stata riconosciuta come membro della mia famiglia; quindi puoi darmi anche del tu" e detto ciò gli sorrise. Lui di rimando le rispose "La mia Signora Madre mi ha insegnato che ci si rivolge sempre con rispetto ad una figlia di Tingard, specialmente se ha un sorriso così grazioso; le vostre zanne da lupa sono belle oltre che letali, come si addice ad una figlia dei Folkung" e fatto ciò mostro la ferita cagionatogli dal suo morso sul braccio e riprese a parlare "Quindi se vorrete che vi dia del tu, ordinatemelo quando sarete riconosciuta", e detto ciò le sorrise di rimando. La ragazza non sapeva se sentirsi lusingata o offesa dall'affermazione, ma decise che tanta sfacciataggine o leggerezza nei modi andasse premiata; quindi continuo a sorridere allo sconosciuto.
Ripreso il contegno a cui era educata, si rivolse al giovane e gli disse in modo deciso, "Bhe quindi visto che sei così formale, di grazia che fai qui nel bosco mentre sono in corso le esequie di un congiunto della famiglia che protegge il tuo villaggio?".
Il ragazzo guardo di rimando la fanciulla, e con tono calmo e deciso rispose "Appunto per il defunto sono qui, vedete quella quercia laggiù, la più grande, fu dedicata alla memoria dell'Orsa dei Folkung madre del compianto di oggi dal più amato dei suoi compagni; ogni volta che uno dei suoi figli muore, piantiamo un albero affinché i figli possano essere ricordati insieme alla madre; sono qui appunto per ordine della Skidhs del villaggio". La ragazza sorrise di nuovo "Che bella tradizione".
Lui si perse un attimo ad osservare il sorriso della ragazza, "Si bellissima”; fece una pausa come ad assaporare qualcosa, per poi riprendere a parlare “Ma comunque, se posso, come mai voi siete qui giovane Folkung; non partecipate alle esequie?".
Lei lo guardo e rispose un po imbronciata "Bhe; avevo voglia di fare dell'altro, potrò ogni tanto decidere da sola della mia vita" poi resasi conto delle parole dette, e della troppa leggerezza con cui le aveva pronunciate, si senti a disagio e distolse lo sguardo dall'interlocutore. Lui rise rumorosamente e disse "Mi sembra giusto in fondo vi apprestate a diventare una donna adulta, e in quanto Folkung dovrete decidere per gli altri; mi sembra opportuno che iniziate a decidere per voi". La ragazza lo guardo, emanava una forza che sembrava sostenerla, si sentiva più forte vicino a lui. Un po a disagio, ed arrossendo gli rivolse un saluto "Bhe ti ringrazio, ti lascio al tuo lavoro, e meglio che rientri al villaggio, forse faccio ancora a tempo almeno ad assistere alla fine della cerimonia ed a presentarmi come si deve; grazie della chiacchierata". La ragazza corse via in direzione del villaggio, forse i suoi genitori neanche si erano accorti che mancava, o da quanto, e poi che importava lei era una Folkung, i problemi li affrontava di petto.

La ragazza tornava a cavallo insieme ai suoi genitori verso Runemberg; le era andata bene. Suo Padre non si era accorto della sua assenza, e neanche sua madre tanto era occupata a riportarlo all'ordine. A quanto aveva capito dalle urla del padre, il compagno della Skidhs gli aveva mancato di rispetto, e lui infuriato aveva preteso di andarsene in tutta fretta della cerimonia, prima che terminasse. La madre aveva ceduto per bene placido, anche perché temeva che il compagno della Skidhs, uno Sverker con un senso dell'umorismo molto esotico, rincarasse la dose.
Mentre galoppava al fianco dei suoi genitori penso al ragazzo incontrato nel bosco, doveva essere un Veleda di Nehalenia, od aspirante tale, lo aveva osservato mentre preparava la pianta per il rito, sembrava farlo con molta serietà e dedizione, solo come un uomo fortemente toccato da Nehalenia sa fare. Fu in quel momento che si rese conto che nella concitazione del tutto, non si erano neanche presentati. Le spiaceva, anche perché da come urlava il padre in quel piccolo villaggio ai confini della nazione difficilmente ci sarebbero tornati, in futuro.
La Madre della Ragazza le si rivolse "Gretchen, vedi di parlare tu con tuo Padre, quando è così furente solo tu riesci a calmarlo".

Al tramonto Kadlin Folkung Skidhs del villaggio giunse nella radura per vedere come i lavori procedevano, arrivò per vedere l'adolescente porre il piccolo albero di quercia nella fossa che aveva preparato, e ricoprirla con estrema delicatezza; mentre faceva questo parlava alla pianta "Caro Zio Herger dei Folkung, eri l'ultimo dei 12, ora rimane solo la tua Amata Sorella Kadlin Folkung, unica femmina partorita dall'Orsa dei Folkung, tredicesima in ordine di arrivo. Mi mancherai Zio, mi mancherà la tua risata, ed i tuoi allenamenti pesanti e senza alcuna concessione, mi mancheranno i tuoi consigli sulle donne, ti ricorderò nei giorni a venire, e un giorno racconterò di te e degli altri Zii ai miei figli"; fatto ciò si rivolse alla donna appena giunta "Come è andata la cerimonia Signora Madre? Si lo so non ho i colori di Famiglia indosso, ma come vi ho detto più volte, solo quando mi riterrò veramente degno di essi li indosserò di fronte a mia Nonna ed ai miei Zii in questo luogo". Kadlin Folkung si rivolse al ragazzo sospirando "Bhe Northri, tuo padre ne ha fatto una delle sue; ha coinvolto in una delle sue esuberanti trovate uno degli ospiti venuti apposta da Runemberg per la cerimonia. Per onorare la Memoria di tuo zio Herger ha sfidato ad una corsa a tre gambe un mio parente; peccato che quell'uomo per una grave ferita di guerra non possa muovere bene una gamba; sai non la ha presa bene, e tuo padre non è che abbia aiutato a chiarire "L'EQUIVOCO"; l'ospite se ne andato infuriato, senza permettere ai suoi famigliari di presentarsi a me; mi spiace, so che hanno una figlia più o meno della tua età, destinata a grandi cose; avrei voluto conoscerla". Northri sorrise e rispose alla madre "Bhe lo zio Herger adorava la corsa a tre gambe, avrebbe apprezzato, e sai che adorava anche il senso dell'umorismo del Signor Padre; almeno quando non era lui la vittima. Per la ragazza non preoccupatevi Signora Madre, mi dite sempre voi che se due persone sono destinate ad incontrarsi Asi opererà perché ciò avvenga nei tempi e nei modi giusti".
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